Archive for February 28, 2012

A occhio e croce: come umani e pesci confrontano le quantità

Come fai a dire se un mucchio di cose è più grosso di un altro? Contandolo, è ovvio. Ma a volte non c’è tempo per contare e dobbiamo distinguere al volo, a occhio. Gli animali, del resto, non sanno contare, eppure sanno distinguere se su un albero ci sono due frutti oppure venti, per dire. Altra cosa è capire se ci sono 20 o 21 frutti, nel qualcaso capire a occhio quale dei due è più numeroso diventa molto più difficile.

La cosa interessante è che l’efficienza dipende sia dalla quantità assoluta di oggetti, sia dal loro rapporto. Benchè il rapporto sia lo stesso, è molto più facile distinguere tra un gruppo di 2 e un gruppo di 3 oggetti rispetto a un gruppo di 4 contro un gruppo di 6: è come se nel primo caso il cervello riuscisse a calcolare istintivamente, mentre nel secondo caso sono troppi, e dobbiamo contare. Il limite di norma sta intorno a 4-5 oggetti. Allo stesso modo invece distinguere tra gruppi di cui l’uno è il doppio dell’altro è generalmente facile: il rapporto è abbastanza grande da essere valutato istintivamente.

Questo fenomeno è stato dimostrato non solo negli esseri umani, ma anche in vari animali come le scimmie e gli uccelli, tutti con all’incirca la stessa efficienza. Christian Agrillo e colleghi, dell’Università di Padova, in collaborazione con lo University College London, hanno fatto un passo oltre e hanno trovato che l’efficienza con cui il cervello umano confronta le quantità senza contare è all’incirca la stessa dei pesci- per la precisione pesci da acquario noti come guppies.

Come si fa a confrontare umani e pesci su un compito simile? Per gli umani (studenti universitari) gli hanno mostrato due gruppi di punti su uno schermo per 1/10 di secondo, premendo un pulsante per quello che ritenevano il gruppo di punti più numeroso. Per i pesci, beh, non potendo premere pulsanti, hanno sfruttato il fatto che preferiscono stare in branco, e quindi scegliere di aggregarsi al gruppo più numeroso. Li hanno messi uno alla volta in mezzo a due gruppi di altri guppies, separati da un vetro, e hanno visto dove il povero guppy al centro cercava di andare.

L'apparato sperimentale per i pesci. (da Agrillo et al. 2012)

Il risultato è che la capacità di esseri umani e pesci di valutare le quantità a occhio è praticamente identica: per i numeri fino a 4 sia umani che pesci valutano molto bene le differenze in ogni caso. Per numeri superori a 4, in entrambi i casi l’accuratezza crolla quando la differenza tra i due gruppi va sotto il 50%.

La capacità del cervello di valutare senza contare sembra quindi avere un limite intorno a 4 , o intorno a rapporti di 1 a 2: limiti in qualche modo codificati nel sistema nervoso di tutti i vertebrati, evoluti moltissimo tempo fa, prima ancora che dei vertebrati mettessero piede sulla terra. Insomma, quando fate delle stime “a occhio e croce”, state usando lo stesso sistema che si è evoluto in qualche creatura simile a un pesce, più di 500 milioni di anni fa.

Articolo (open access):
Agrillo C, Piffer L, Bisazza A, Butterworth B. , Evidence for two numerical systems that are similar in humans and guppies. PLoS One. 2012;7(2):e31923. Epub 2012 Feb 15.

La donna che scrive come Leonardo

Ovvero come allo specchio. È qualcosa che ogni tanto capita anche alle persone normali; nel 2004 avevano ipotizzato fosse genetico ma a volte te lo puoi beccare con un incidente.

È anche il caso della paziente riportata da Canzano, Piccardi et al. , dell’Università di Roma, su Neurocase, la quale ha iniziato a scrivere “al contrario” dopo un ictus. E come mai? A giudicare dall’abstract (ahimè non ho accesso all’articolo intero), perchè l’ictus ha danneggiato tutta la rappresentazione di sè della paziente. Ovvero, non riesce più a distinguere destra da sinistra e ha problemi nell’identificare la posizione delle parti del proprio corpo: in pratica scrive al contrario perchè si percepisce al contrario. Oliver Sacks, dove sei?

Abstract:
Canzano L, Piccardi L, Bureca I, Guariglia C. , Mirror writing resulting from an egocentric representation disorder: a case report. Neurocase. 2011 Oct;17(5):447-60.

 

Il primo caso di HIV-2 in Italia

Quanti tipi di HIV esistono? Principalmente due, chiamati -con non molta fantasia- HIV-1 e HIV-2. A loro volta questi si dividono in numerosi sottotipi, ma la cosa interessante di HIV-1 e HIV-2 è che essi sono giunti a infettare l’uomo indipendentemente: HIV-1 si è originato infatti negli scimpanzè, mentre HIV-2 in un altro tipo di scimmia, il cercocebo moro.

Il grosso delle infezioni umane da HIV è dovuta a HIV-1. Finora HIV-2 era confinato quasi solo all’Africa, anche se già nel 1987 si era visto negli Stati Uniti. I flussi migratori dall’Africa però, prevedibilmente, stanno portando HIV-2 anche in Europa.

Era quindi solo questione di tempo: Massimo Ciccozzi et al. , dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, riportano il primo caso noto di infezione da HIV-2 in un cittadino italiano. Il virus sembra appartenere a un sottotipo simile a quello isolato da un immigrato francese.

Fortunatamente HIV-2 in media è meno virulento di HIV-1 e genera AIDS più lentamente. Sfortunatamente però i test diagnostici per HIV-1 (quelli normalmente usati in Occidente) sono poco affidabili per HIV-2. Sarà bene aggiornarsi.

Abstract:
Ciccozzi M, Babakir-Mina M, Cella E, Bertoli A, Lo Presti A, Maniar JK, Perno CF, Ciotti M. A case of Italian HIV type 2 infection: a genetic analysis. AIDS Res Hum Retroviruses. 2011 Dec;27(12):1333-5. doi: 10.1089/aid.2011.0055.